Bruce Springsteen & Atlantic City

James Pettifer

Odoya, 2019

Il libro è una commistione di generi diversi che si compenetrano, si mescolano e autocontaminano creando qualcosa di nuovo: James Pettifer ha dato vita a un oggetto anomalo, più di semplice inchiostro su carta, diverso da un saggio dove la biografia – mitica – di una rockstar amata, viene affrontata con il rigore dello storico. C’è il racconto di viaggio, con tanto di riproduzioni cartografiche e documentazione fotografica, che diviene luogo di studio e pellegrinaggio, e non per ultimo sussistono buone prove per evidenziare un preponderante uso dell’autobiografia perché l’autore, raccontando la sua passione per Springsteen e del suo peregrinare, in realtà racconta molto di sé, delle proprie speranze, paure e volontà; si mette a nudo per coloro che desiderano seguirlo in un viaggio onirico e magico alla scoperta delle radici creative del suo eroe.

Vedere la Band è un’esperienza mistica per i membri dl culto, la fantasticheria mistica è la condizione dell’iniziato. […] I fan di Bruce tendono a essere credenti, anche se in cose molto differenti e insolite (p. 59)

La parola magia è la protagonista di ben due capitoli del libro e il suo spettro aleggia lungo tutta la storia che racconta il viaggio di James Pettifer –  professore di Storia dei Balcani a Oxford, geopolitico di fama mondiale e autore di importanti saggi e articoli per il «Wall Street Journal»e «The Times» –   attraverso il New Jersey e la tournee del Boss a supporto dell’album Magic nel 2007-2008; un periodo con una congiuntura politica abbastanza particolare ovvero il fine mandato per George W. Bush Junior e l’elezione di Barack Obama. Il libro ha visto la stampa solo dieci anni dopo e sicuramente sarà stato riletto e ripensato e proprio per questo aggiornato con spunti di riflessione che ben si adattano alle attuali condizioni internazionali e pongono uno sguardo al futuro.

L’autore è un vero appassionato ma non può lasciare indietro il suo sostrato culturale, anzi ne fa una forza: riesce a unire il suo spirito critico alla mistica adorazione per Springsteen facendola trasparire in maniera viva senza risultare leziosa e fuori tema, e risultando proprio per questo ancora più coinvolgente. Ha raccontato la storia di Atlantic City, dei vizi che la attanagliano e delle virtù che la salvificano, parlando in senso lato dell’America stessa e delle sue mille contraddizioni così strettamente connesse alle canzoni e alle gesta di Bruce.

Le tradizioni culturali spesso non muoiono, si ritirano sottoterra per un po’ e poi riemergono trasformate. I testi di Springsteen hanno ereditato un po’ di questo entusiasmo evangelico parlano di consapevolezza sociale, della possibilità di una nuova vita, di ricominciare da capo e credere nel potere della musica di realizzare cambiamenti sociali e personali (p. 65)

Questa capacità di relazionarsi con il mondo esterno, attraverso la sensibilità di uno straniero, un inglese che giunge negli USA, è un valore aggiunto poiché mette a fuoco una riflessione che porta dall’Iraq a Bizanzio passando per Princetown fino ad arrivare a Platone con un unico punto fermo in mezzo: Atlantic City. Pettifer mette a nudo l’America con un’attenta analisi sociale del New Jersey e dell’America stessa contestualizzando, per i fan, la storia di uno dei cantori più famosi della storia del Rock.

 In ’65 tension was running high at my high school

There was a lot of fights between the black and white

There was nothing you could do

Two cars at a light on a Saturday night in the back seat there was a gun

Words were passed in a shotgun blast

Troubled times had come to my hometown

(My Hometown, Springsteen, 1984)

La musica di Springsteen è il centro focale e la chiave per comprendere il New Jersey ma, nello stesso tempo, il New Jersey diviene il luogo in cui ricercare la verità delle parole, il significato profondo e nascosto all’interno delle canzoni, quella scintilla creativa che ha permesso al fuoco di ardere così intensamente da abbacinare milioni di fan nel mondo, altrimenti introvabile. Contestualizzano il personaggio di Bruce Springsteen rendono palese come solo in New Jersey poteva nascere un artista come lui che ha unito passione politica a ricerca religiosa, intraprendenza e lascivia a romanticismo, e amore e dolore per la propria terra.

Guardare il Boss, concentrare gli occhi su di lui, stringerlo in uno sguardo vizioso. […] Adesso alle 16.45 non ci sono molte persone ad aspettare, forse entreremo tutti. Forse essere un supplicante in un santuario del Jersey non è male come potete pensare (p. 43)

Springsteen per i milioni di fan è come un demiurgo mitologico, il leader religioso di una setta non elitaria che include tutto il mondo di appassionati; diversi sono i passi di questo libro che fanno appassionare ma quello qui citato è uno di quelli che più mi hanno colpito poiché descrive qualcosa in cui fermamente credo: la mistica che si cela dietro alla fila di un concerto, la capacità della musica live di riunire in congregazione le anime più disparate.

Tirandone le somme questo è un libro adatto ai fan che vorrebbero circostanziare la vita del Boss – anche se alcune volte la traduzione mi è sembrata fin troppo letterale – ragionandoci sopra senza soffermarsi alle singole date, ai singoli accadimenti ma cercando di penetrare più a fondo nel contesto storico culturale; interessante la bibliografia finale con libri, articoli e saggi tra i quali scegliere il nuovo libro su Bruce Springsteen da leggere. Un segno di attenzione da parte della casa editrice, una piccola chicca editoriale che distingue un lavoro fatto con passione.

2 commenti

  1. […] Eccomi a scrivere di Letter To you quando l’alta marea è passata portandosi via le orme e lasciando canzoni. 12 canzoni, 60 minuti, registrate in presa diretta, live in studio con il sound della E Street Band a costruire un rock potente perché Springsteen più la E Street Band è un connubio potente e impavido, vigoroso e sentimentale insieme. L’album è un classico prodotto del Boss e arriva in un momento duro, con messaggi di dolore, speranza e amore come successe con The Rising. L’artista parla al suo pubblico, dialoga con l’ascoltatore e ci dimostra perché è e rimane uno degli ultimi veri demiurghi del rock’n’roll. […]

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...